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PARCO DELLA VETTABBIA E PARCO DELL’EX PORTO DI MARE - OSSERVAZIONI E PROPOSTE PER LA TUTELA E VALORIZZAZIONE NATURALISTICA

Scritto da Stefano Fusi. Postato in Notizie

PARCO DELLA VETTABBIA E PARCO DELL’EX PORTO DI MARE

OSSERVAZIONI E PROPOSTE PER LA TUTELA E VALORIZZAZIONE NATURALISTICA

A cura di                     

Luigi Andena, naturalista

Lorenzo Cocco, birdwatcher, membro di EBN Italia (associazione per il Birdwatching).

Alberto Guzzi, agronomo, già Comandante Provinciale del Corpo Forestale dello Stato e responsabile dell'Oasi WWF di Vanzago, attualmente direttore tecnico del progetto di riqualificazione del parco del Monte Stella. 

Elia Mele, delegato di Milano della LIPU, Lega Italiana Protezione Uccelli.

Le Osservazioni sono state realizzate su richiesta e con il supporto della Compagnia della Ciribiciaccola, comitato spontaneo di cittadini della zona, di frequentatori e amici dei due parchi. L’intento del comitato è di contribuire alla loro tutela attraverso iniziative pubbliche, segnalazione degli illeciti e contrasto dei possibili usi impropri. La Compagnia organizza visite naturalistiche, incontri letterari, artistici e conviviali e iniziative educative nei parchi, per la loro conoscenza e la fruizione cosciente e rispettosa.

Fra i primi aderenti alla Compagnia della Ciribiciaccola: Massimo Antonini, litografo; Teresita Borelli, insegnante; Stefano Fusi, giornalista pubblicista; Giorgia Lo Giudice, educatrice; Mercedes Mas Solè, animatrice culturale; Angelo Scuteri, fotografo.

Sottoscrivono queste osservazioni:

Claudiano Sironi, medico; Alessia Antoniciello, educatrice; Veronika Schlatter, insegnante; Lorena Negri, educatrice; Nino Iacovella, insegnante e animatore culturale; Tiziana Galvanini, abitante di Chiaravalle; Maria Grazia Roncone, educatrice; Elena Sironi, avvocato; 

Premessa

Il parco della Vettabbia e il parco Porto di Mare, da poco recuperati da situazioni di degrado e abbandono, costituiscono un polmone verde ad alta valenza naturalistica, fruitiva e sociale nel sud milanese, parte del Parco Agricolo Sud Milano.

I due parchi hanno una estensione complessiva di circa 100 ettari (37 ha Parco della Vettabbia, 65 ha Parco Porto di Mare, che è attiguo al Parco Cassinis – noto anche come Parco delle Rose), e oggi rappresentano una delle maggiori aree verdi dell’intera città di Milano.

Sono contigui e attualmente risultano divisi unicamente da una direttrice (Nord-Ovest Sud-Est) rappresentata dalla via San Dionigi che coincide altresì con la linea di confine territoriale (e, conseguentemente, gestionale) tra il Municipio 4 e il Municipio 5. Nella parte settentrionale della strada sono divisi fisicamente anche da edifici e costruzioni presenti su un lato della via San Dionigi, mentre nella metà meridionale della strada in direzione di Chiaravalle sono divisi unicamente dalla carreggiata; sono state eliminate di recente anche le cancellate che esistevano sul lato dell’ex-Porto di mare.

I due parchi rappresentano un’importante area di tutela della di biodiversità, a libera fruizione pubblica;tale condizione sarà assicurata finché verrà garantito un equilibrio fra le due funzioni, servizi ecosistemici e frequentazione, individuando e definendo aree specifiche da tutelare sotto il profilo naturalistico e aree più indicate per la fruizione pubblica.

Come è noto infatti le aree verdi e gli ecosistemi urbani più in generale svolgono innumerevoli vantaggiose funzioni per la salute pubblica e la qualità urbana, attraverso i relativi servizi ecosistemici: tali servizi sono rappresentati da numerosi benefici che spaziano, per esempio, dagli aspetti funzionali relativi al miglioramento della qualità dell’aria, alla caratterizzazione del paesaggio, alla conservazione della biodiversità delle nostre città fino ai più semplici aspetti ricreativi e sociali.

I parchi oggi

Oggi i due parchi (Vettabbia e Porto di Mare) sono molto frequentati e la loro funzione sociale è aumentata notevolmente anche a seguito del Lockdown e delle conseguenti limitazioni di movimento che hanno spinto molti cittadini a frequentare maggiormente tutti i parchi urbani. L’aumento considerevole della frequentazione, se non attentamente coordinato, potrebbe avere anche conseguenze negative per la conservazione del patrimonio verde e di conseguenza sulle funzioni ambientali, naturalistiche, di conservazione della biodiversità.

Il parco del Porto di Mare ricade nel territorio del Municipio 4 e la sua cura è attualmente affidata a Italia Nostra-Centro di Forestazione Urbana per conto del Comune di Milano (la parte del parco originario Cassinis è curata invece direttamente dal Comune); il Parco della Vettabbia è gestito invece dal Settore Verde e Agricoltura del Comune di Milano e si trova nel Municipio 5.

In generale riteniamo che andrebbe trovata nella gestione dei due parchi una maggiore armonizzazione per l’evidente interconnessione sia naturalistica sia di fruizione ormai nei fatti dei due parchi contigui: sarebbe infatti opportuno un coinvolgimento di entrambi i Municipi nonché del settore competente del Comune per una gestione uniforme di tutta l’area, seppur calibrata in base alle differenze ecologiche e funzionali attualmente esistenti fra le due aree.

In particolare riteniamo sia opportuno far conoscere meglio alla popolazione il valore naturalistico e sociale del parco della Vettabbia, che è in parte agricolo e ha in parte aree molto interessanti sotto il profilo naturalistico, dove però oggi l’accesso è spesso massiccio e incontrollato. Il parco è stato progettato e realizzato quale area di mitigazione ambientale attorno al Depuratore di Nosedo e destinato sia alla fruizione pubblica e alle pratiche agricole, sia ad aree di riforestazione (per scopo fitodepurativo e non solo). In queste ultime aree sono state messe a dimora numerose specie arboree (attorno alle vasche di depurazione - “ecosistema filtro”, alla cascina Gerola, nella fascia attorno al perimetro del depuratore e lungo la fascia centrale del parco attorno la roggia dell’Accesio). Il suddetto connubio fra zone boschive, zone umide, ambito agricolo e urbanizzato rappresenta un interessante ecomosaico, quasi unico nel contesto cittadino della città di Milano, ad alto valore naturalistico, essenziale per la sopravvivenza e convivenza di numerosissime specie (ad oggi sono state censite oltre un centinaio solo di specie di uccelli) legate alle differenti tipologie ambientali qui rappresentate (ambienti umidi, boschivi, agricoli e urbani).

Anche l’area attigua a Nord del depuratore e in direzione di Vaiano Valle è collegata al parco della Vettabbia,  vi si trova il cosiddetto “Bosco della Vettabbia”, fra via San Dionigi e via Vaiano Valle, e vi sono stati messi a dimora di recente alberi da parte del Comune lungo la via dell’Assunta (in quest’area  è in corso un esperimento di Food Forest con l’associazione Cascinet e di CSA- Comunità di Supporto all’Agricoltura, da parte di un’azienda agricola biologica e di volontari). Anche in quest’area la presenza di zone di interesse naturalistico andrebbe integrata nella gestione del sistema Vettabbia-Porto di Mare, collegandola anche fisicamente con percorsi verdi, opera di deframmentazione, passaggi e percorsi pedonali e ciclabili, a oggi assenti.

 

A tali fini, in generale si valuta l’importanza e urgenza di:

-        Prevedere un più ampio e puntuale controllo da parte di della Polizia Locale, di corpi di polizia privati specializzati e delle Guardie Ecologiche Volontarie, in assenza di personale specifico, per evitare una scorretta fruizione dell’area, con il conseguente degrado e deposito di rifiuti;

-        rafforzare la funzione informativa e di controllo delle realtà associative presenti localmente al servizio dei cittadini;

-        ampliare la presenza di pannelli esplicativi dettagliati che presentino ai visitatori/frequentatori le caratteristiche storiche, ambientali e naturali dei luoghi ed evidenzino in modo chiaro i regolamenti comunali relativi alla frequentazione del verde (Regolamento verde pubblico e privato e Regolamento tutela animali nonché le leggi nazionali o internazionali di tutela del patrimonio) e le sanzioni previste per i trasgressori, con l’indicazione e i riferimenti dei soggetti da contattare nei casi di violazioni, in particolare nel parco del Porto di mare ove sono assenti;

-        predisporre una adeguata segnaletica orizzontale in corrispondenza dell’attraversamento pedonale e ciclistico fra i due parchi all’altezza del parcheggio all’angolo fra via San Dionigi e via Sant’Arialdo e ove possibile la posa di limitatori di velocità e di indicazioni segnaletiche lungo la via San Dionigi, punto di passaggio di molti pedoni, ciclisti e animali selvatici fra i due parchi, in analogia con quanto già presente lungo la via Sant’Arialdo in corrispondenza del borgo e dell’Abbazia di Chiaravalle.

Nell’ambito delle iniziative e delle competenze delle amministrazioni pubbliche, riteniamo inoltre opportuno addivenire a soluzioni che tutelino e incrementino il valore naturalistico dell’intera area e nello specifico:

  • in entrambi i parchi, evitare tagli a raso dei prati in periodo di fioritura favorendo così la presenza di insetti pronubi: gli impollinatori sono un utile strumento di tutela della biodiversità. Una soluzione potrebbe essere quella di prevedere degli sfalci tardivi dell’erba, da effettuarsi a fine fioritura e comunque il taglio alto dell’erba (oltre i 10 cm per favorire la tutela di insetti e piccoli vertebrati). Inoltre si potrebbero individuare delle aree ad alta valenza naturalistica ove lo sfalcio potrà essere effettuato solamente una volta/anno;
  • dissuasione all’accesso (senza interdizione naturalmente) ad alcune zone del parco della Vettabbia (per esempio quelle tra le vasche). Ciò a garanzia di una maggiore tutela delle specie selvatiche ivi presenti prevedendo anche di non rimuovere/abbattere gli esemplari arborei morti, utili per insetti xilofagi e numerose specie avicole (per esempio picidi);
  • predisposizione di schermature leggere tipo osservatorio da Birdwatching a protezione della fauna selvatica nelle zone a maggiore presenza;
  • realizzazione presso il Parco della Vettabbia di una ampia zona di canneto attorno alle vasche di decantazione, una volta presente ed oggi molto contenuta, e di zone arbustive igrofile, che possano garantire la presenza di numerosi passeriformi legati a quella specifica tipologia ambientale
  • favorire l’effettivo mantenimento delle marcite con l’attuazione delle pratiche ad esse connesse, per il loro grande valore naturalistico;
  • al Parco della Vettabbia, evitare altri tagli di salici ed altre essenze già presenti e mature nell’area di filtro attorno alle vasche, per favorire il permanere dell’avifauna selvatica; ove necessario prevedere di non asportare il legno morto ma lasciarlo in situ, andando a creare le cosiddette Log pyramid (a favore degli insetti e degli che se ne nutrono), come realizzato  altrove da ERSAF;
  • sempre al Parco della Vettabbia evitare gli inserimenti di essenze vegetali alloctone e/o ornamentali(quali per esempio quercia rossa, messa a dimora di recente lungo le rogge);
  • Al Porto di mare, ove necessario, sostituzione delle essenze alloctone solo con essenze compatibili con il quercus-carpineto o acer-tilia-frassineto;
  • Al Porto di mare, riduzione, ove possibile, dei tagli previsti per non eliminare del tutto gli alberi al fine di consentire la presenza e permanenza dell’avifauna stanziale e nidificante;
  • Al Porto di mare, contestualmente, mantenimento attivo degli specchi d’acqua in modo da evitare che la naturale successione ecologica completi il suo corso interrandoli completamente;
  • Nell’area a pratone del Porto di Mare recentemente rinaturalizzata spontaneamente, messa a dimora di arbusti autoctoni (come il biancopino) per tutelare l’avifauna e favorire la presenza di insetti impollinatori
  • Attorno ai laghetti al Porto di Mare infoltimento arbustivo igrofilo per favorire le presenze avicole;allargamento delle sponde e degli stessi  con compattamento del substrato fangoso ed eliminazione dei detriti oltre che i depositi di residui arborei 
  • Coinvolgimento di Enti di ricerca quali per esempio la facoltà di Scienze Naturali dell’Università o il Museo di Storia Naturale di Milano per lo studio della rinaturazione spontanea nel “pratone” del Porto di Mare e delle altre aree dei due parchi;
  • Intervenire sulla netta cesura oggi presente tra i due parchi (la via San Dionigi), deframmentando l’habitat attraverso opere di riconnessione (sottopassi, dissuasori di velocità, recinzioni, passaggi obbligati, etc.) utili per salvaguardare per il passaggio degli animali selvatici (in particolare la teriofauna - mammiferi di piccola e media taglia – e l’erpetofauna – rettili e anfibi) da un parco all’altro;
  • Identificazione di aree esplicitamente aperte alla frequentazione libera di cani (al guinzaglio) e di aree dove è sconsigliata o vietata la loro presenza (aree naturalistiche e coltivate), anche attraverso una adeguata cartellonistica;
  • Mappatura dei parchi e diffusione delle mappe illustrative al pubblico.