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Qi Gong

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Curarsi con il Qi gong

L’antica pratica cinese del respiro e dell’energia vitale

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Maurizio Gandini, insegnante di qi gong e taijiquan, direttore del centro studi L’Airone-Centro ricerche discipline taoiste  di Milano

Dottor Ettore De Giacomo, medico chirurgo esperto di medicina cinese e ginnastiche mediche cinesi.

Ogni mattina, milioni di cinesi di ogni età si preparano alla giornata facendo esercizio all’aperto. Non è ginnastica: sono movimenti lenti e sapienti. In piedi, concentrati e respirando con calma, fanno movimenti circolari e dolci, quasi una danza. È il tai chi chuan (si dovrebbe scrivere più correttamente Taijiquan), ormai ben noto e praticato anche in Occidente. È un’arte marziale “dolce” nata attorno al 1600, che mira a sviluppare l’energia interiore, chiamata “forza interna”, anziché la forza muscolare. È anche una disciplina di salute semplice ed efficace, perché alla base del tai chi c’è una pratica ancora più antica: il qi gong. Significa “lavoro (gong) sull’energia vitale” (qi, si pronuncia ci con la c dolce). Serve ad accumulare, muovere e utilizzare l’energia vitale. I qi per i cinesi pervade l’intero universo, compresi gli esseri viventi. Nel corpo umano scorre nei canali chiamati meridiani (gli stessi su cui interviene l’agopuntura) e si concentra in punti particolari. Il segreto della salute è appunto conoscere, muovere e utilizzare il qi: respirare in modo armonico, usare bene la mente e l’immaginazione, mangiare cibi sani e seguire regole di igiene.

Quelli del qi gong sono esercizi apparentemente semplici: per esempio si tratta di stare immobili in piedi imitando un albero; oppure, sempre fermi in piedi, tenere le braccia allargate e immaginare di tenere una palla; o semplicemente camminare lentamente sincronizzando passi e respirazione. Sembra strano, ma è più difficile riuscire a fare questi esercizi che seguire i movimenti codificati del tai chi. Basta provare per rendersene conto. Dopo pochi minuti, il corpo si ribella, si sentono dolori, ci si distrae, si pensa: “ma che senso ha quello che sto facendo, a che cosa serve …”, e così via. I cinesi chiamano Wu Wei il “non-agire”, ovvero l’arte di essere in armonia con la propria natura interiore, spontanei e senza forzature. E cosa c’è di più lontano dalla nostra vita quotidiana? L’inazione ci sembra una colpa. Al contrario: restare immobili come un albero fa aumentare la nostra energia, ci rende più sereni, forti, sani ed efficienti, ricarica le nostre pile esaurite dallo stress. Praticando il qi gong si allentano le tensioni muscolari, si abbassa la pressione sanguigna, migliora la circolazione di sangue e linfa, aumenta la consapevolezza del proprio corpo.

Storia

Qi gong è il nome dato solo dal 1600 alle tante discipline per il controllo dell’energia vitale praticate da millenni in Cina, spesso circondate da un alone di mistero. Molte pratiche rimanevano segrete, trasmesse solo direttamente da maestro ad allievo, come quelle per diventare incredibilmente longevi e, secondo le leggende, immortali. Altre pratiche, mediche e salutari, erano descritte nei libri e usate anche dal popolo. Anche per i suoi aspetti esoterici, il qi gong fu considerato una superstizione dalla rivoluzione di Mao e pressoché vietato. Ma continuò a essere praticato, e negli ultimi decenni è stato riscoperto.

L’origine è antichissima. Come nello Yoga indiano, gli antichi maestri di meditazione cinesi imitavano i movimenti degli animali, l’immobilità di alberi e pietre, i fenomeni naturali. Poi piano piano queste pratiche si diffusero e diventarono delle vere e proprie discipline, fatte proprie dalle principali correnti culturali e spirituali della Cina: la taoista, la confuciana e la buddista. Il taoismo è l’antica via dell’armonia con la natura, espressa nel libro oracolare dell’I-Ching, il “Libro dei mutamenti”, e nel Tao Te Ching del filosofo Lao-Tzu: per vivere bene bisogna essere liberi e fluidi, e in sintonia con i cicli naturali. Il simbolo del taoismo è il cerchio Taiji, suddiviso a metà, bianco-nero, in cui però all’interno del bianco è rappresentato un punto nero, e viceversa. Coppie di opposti chiamati Yin e Yang, che esprimono la complementarietà di giorno e notte, buio e luce, maschile e femminile, movimento e quiete. Per il  taoismo, bisogna coltivare l’armonia fra questi due poli complementari. E per avere una lunga vita sana e serena bisogna coltivare jing, l’essenza della vita, qi, l’energia vitale, e shen, lo spirito, i tre tesori del corpo umano. Il qi gong taoista è la versione più antica, semplice e profonda di questa arte, e si occupa prima di tutto del corpo, della salute e dell’energia vitale. Quello buddista mira all’evoluzione spirituale; quello confuciano all’armonia sociale e alle virtù etiche.

 Il qi gong terapeutico

Nella medicina tradizionale cinese il qi gong è una delle principali tecniche per mantenersi in salute e prevenire le malattie. E per guarire, perché riporta in armonia corpo, mente e spirito.

Anche in Occidente ormai lo si utilizza negli ospedali e a scopo medico. Con risultati positivi. Il qi gong si è rivelato utile come cura complementare da affiancare alle terapie ufficiali, soprattutto nella riabilitazione dopo interventi chirurgici e come prezioso strumento per la salute degli anziani. Secondo molti studi scientifici fatti soprattutto in centri universitari negli Stati Uniti d’America, il qi gong è una efficace tecnica antistress e un mezzo per aumentare equilibrio e stabilità negli anziani riducendo traumi e fratture, e per ridurre i dolori (per esempio quelli da contratture muscolari); stimola il sistema immunitario, che ci difende da stress e malattie. Per esempio, è utile nella prevenzione delle malattie da cause esterne (come freddo o calore ma anche da infezione). Uno studio del 2002 dell’Università del New Jersey ha stabilito che “la pratica del qi gong nella terapia del tumore permette ai pazienti una migliore qualità della vita e maggiore sopravvivenza”.

In Cina, il qi gong è utilizzato anche in caso di tumori e altre gravi malattie (tubercolosi, asma e altre malattie croniche).

Le pratiche di qi gong vengono prescritte dai medici dopo una diagnosi. Naturalmente, il qi gong serve per curare le malattie secondo l’interpretazione e le definizioni che ne dà la medicina tradizionale cinese, ovvero come disarmonie energetiche che possono dare luogo a vere e proprie malattie fisiche. Come la medicina cinese nel suo insieme, teoricamente il qi gong va bene per ogni disturbo. Ma occorre che il medico - esperto di medicina tradizionale cinese - faccia una diagnosi energetica per scegliere gli esercizi più adeguati. È importante fare anche una diagnosi secondo la medicina occidentale, perché non tutte le malattie trovano risposta nella medicina cinese. La diagnosi energetica si fa interrogando in modo approfondito il paziente per conoscerne la storia e le malattie, osservando la lingua, prendendo i polsi (ovvero “tastando” l’arteria radiale in un punto appena sopra il polso: se ne può valutare lo stato dei meridiani energetici). In genere il medico consiglia esercizi specifici di qi gong insieme ad altre tecniche (agopuntura, dieta, farmaci). Per esempio, se c’è artrosi cronica, interviene con l’agopuntura nella fase acuta, somministra una dieta, fa terapie con erbe cinesi e assegna esercizi di qi gong specifici per l’articolazione colpita. Ciò permette di rallentare l’evoluzione della malattia e di diminuire le ricadute.

Il qi gong terapeutico negli ospedali e nelle case di cura

In Italia il qi gong terapeutico è utilizzato in diverse case di cura per anziani e in alcuni ospedali. All’Istituto dei Tumori di Genova è impiegato da anni con buoni risultati da alcuni medici del servizio di rieducazione funzionale come terapia di supporto. In particolare ci sono risultati positivi sulle donne operate al seno. Altre esperienze sono state fatte a Milano, all’Istituto dei Tumori, all’Ospedale Sacco e al Centro Girola per anziani della Fondazione Don Gnocchi.

Viene utilizzato anche con disabili per aumentarne la coscienza corporea e il rilassamento.

A chi rivolgersi

Il qi gong terapeutico è prescritto da medici esperti in medicina tradizionale cinese, cinesi o che hanno imparato direttamente dai medici cinesi che lo insegnano in Italia. Ci sono diverse associazioni e centri studi cui ci si può rivolgere (anche per chiedere in quali ospedali e centri è praticato): fra gli altri, Federazione Italiana Medicine Integrate, www.medicineintegrate.it, 010-812775; Fondazione Matteo Ricci, tel. 051.531595, www.fondazionericci.it; MediCina, tel. 02-58320790, www.associazionemedicina.it.

Per imparare il qi gong per la propria crescita personale, occorre rivolgersi a maestri di tai chi e ai molti centri di cultura orientale e di arti marziali dove si praticano quelle “dolci” (chiamate “discipline interne” per distinguerle da quelle sportive o competitive). Un elenco si trova sul sito www.nuvolevuote.it.  Il sito di un centro studi sul tai chi e il qi gong: www.lairone-crdt.it. Un organismo che raduna operatori di Qi gong è OTTO - Operatori Tuina-Qigong e Tecniche Orientali, sito: www.tuinaqigong.org.

Gli esercizi e la pratica

Gli esercizi del qi gong sono svariatissimi: si possono fare sdraiati, seduti, in piedi o camminando. Alcuni sono esercizi mentali per addestrarsi alla concentrazione e ad essere attenti alla respirazione e ai movimenti del corpo. Gli esercizi di base insegnati ai principianti comunque sono pochi e si svolgono da fermi, in piedi. Presa dimestichezza si può praticarli in sequenza e dunque aggiungendovi il movimento, sempre molto lento. Sono quelli “dell’albero” (si immagina di essere un albero), della “palla” (si tiene una grande palla fra le braccia), del “ventre” (si sostiene il ventre immaginandolo molto più ampio di com’è in realtà), del “torrente” (si immagina di tenere ferme due palle nell’acqua che scorre).

Prima di praticarli si fa un riscaldamento per sciogliere le tensioni, ci si concentra sulla respirazione e la si porta al centro d’energia chiamato dantian, poco sotto l’ombelico: è il centro dell’organismo, il punto da cui prendevamo energia quando eravamo nell’utero materno. L’esercizio serve proprio a ritrovare quello stato sereno e armonico. Gli altri centri d’energia sono al cuore e nella testa. I tre punti rappresentano i tre piani di esistenza dell’essere umano: il dantian corrisponde al corpo, il punto del cuore al respiro e all’energia, il punto della testa allo spirito.

Stare immobili e attenti alla respirazione non è facile come sembra. Quando si inizia difficilmente si riesce a mantenere le posizioni al lungo: cinque minuti per ogni posizione sono già tanti. Nel tempo si può arrivare a praticare per ore. Chi li utilizza per curarsi deve praticarli a lungo, altrimenti sono inefficaci. Quando ci si è impratichiti si possono fare anche esercizi specifici per migliorare lo stato di singoli organi del corpo.

Facili e veloci da apprendere, richiedono però molta costanza e bisogna farli senza l’ansia di arrivare subito a risultati tangibili: come l’albero da cui prendono ispirazione, il qi ha bisogno di tempo per crescere. Le parole chiave sono rilassamento, quiete, comodità.

Apprese le tecniche e dopo anni di pratica, la maestria nell’uso del qi è diventata una seconda natura: i maestri del qi gong sanno utilizzare il qi in modi stupefacenti, anche a distanza su altre persone.

Un esercizio per il mal di schiena

Se la causa è una semplice tensione o un affaticamento, dà buoni risultati l’esercizio “tenere la palla” (che del resto è consigliato dai maestri cinesi come quello più importante). Si sta in piedi con le gambe leggermente flesse, i piedi perpendicolari alle spalle e paralleli. Ci si immagina di essere sostenuti da un filo che parte dal centro del capo e da un grande pallone posto per terra sotto il bacino. Si respira dolcemente, inspirando ed espirando dal naso e concentrandosi solo sull’espirazione. Si sollevano le braccia all’altezza delle spalle, leggermente piegate con le mani distanti 10-20 centrimetri, con le palme aperte rivolte verso il petto, come se si tenesse un pallone a contatto col torace. I gomiti sono leggermente più bassi dei polsi e delle spalle. Sembra semplice, e si può provare anche da soli, ma per farlo bene occorre l’insegnamento diretto di un esperto.

Bibliografia

Lama Kam Chuen, La via del Qi Gong, ed. Red, 1996.

Un manuale semplice sulle principali sequenze di esercizi, con indicazioni di salute.

Ettore De Giacomo, Attilio Bernini, Il qi gong (numero della rivista Riza scienze dell’aprile 2005, da richiedere a Riza, www.riza.it, tel. 02 5845961).

Per gli specialisti:

Vincenzo La Bella, Li Xiao Ming - Metodo pratico di autoelevazione col Qi Gong tradizionale cinese, Erga Edizioni, euro 20.66, illustrato, 1998. Li Xiao Ming è un medico dell’Università di Medicina Tradizionale Cinese di Pechino che insegna anche in Italia.

Lucio Sotte, Lucio Pippa, Dominique Ferraro, Ginnastica medica cinese, Red, 2000, euro 28.92.

Il metodo di Ma Li Tang, medico personale di Chou En-Lai, fatto conoscere anche in Italia dalla figlia, la dottoressa Ma Xuzhou.

"Vuoti, in quiete, senza bramosia né ambizioni, l’autentico Qi li riempiva, spirito ed essenza custoditi all’interno: da dove mai sarebbe potuta venire la malattia?". Canone di medicina dell’Imperatore Giallo