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Aromaterapia

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AROMATERAPIA: CURARSI CON LE ESSENZE DELLA NATURA

"I medici (a mio avviso) potrebbero fare maggior uso dei profumi e trame maggiori benefici. Spesso ho consta­tato su me stesso che, secondo la loro forza e qualità, essi muovono, alterano e modificano la mente e produ­cono strani effetti. Perciò sono d'accordo con quanti sostengono che l'uso dell'incenso e dei profumi nelle chie­se, antico e diffuso in tutte le nazioni e in tutte le re­ligioni, ha lo specifico scopo di rallegrare, confortare, svegliare, stimolare e purificare i nostri sensi."

Michel E. de Montaigne

L’aromaterapia è una branca della fitoterapia, ma non impiega la pianta intera o le sue parti, bensì sfrutta i particolari poteri degli aromi. Sono molecole complesse, sostanze chimiche chiamate  “volatili” (o “eteree”) per via della loro caratteristica principale: al calore si “vaporizzano” e si diffondono nell’ambiente. Sono come minuscole goccioline d’olio contenute in certe zone delle piante aromatiche: nelle foglie (come nel basilico), nei fiori (rosa), nel legno (sandalo), nella buccia del frutto (limone), nella resina (incenso). Sono sostanze molto odorose e salutari per le piante, cui danno il loro particolare profumo. Il quale ha molte funzioni: attrae insetti utili all’impollinazione, difende da insetti nocivi e parassiti, protegge le piante da malattie e da un ambiente troppo caldo e secco avvolgendole come in una pellicola che impedisce la disidratazione.

I nomi di queste sostanze chimiche sono difficili e noti solo agli addetti ai lavori: terpeni, alcoli, aldeidi, chetoni ed esteri. Ma le conosciamo tutti molto bene perché sono quelle che profumano in modo naturale la nostra vita. Oltre a renderci la vita più piacevole ci possono anche aiutare a guarire e a ritrovare la salute. Ciò grazie agli “oli essenziali” che ne ricaviamo: gli estratti liquidi in cui si ritrovano concentrate le loro proprietà.

Anche se si chiamano oli, sono più simili all’acqua perché all’aria evaporano rapidamente. Ma sono molto potenti: entrano subito in circolo nel sangue e raggiungono velocemente tutto l’organismo, presi attraverso la pelle, per bocca o inalati. E sono molto costosi, perché la loro produzione è complessa e richiede di raccogliere grandi quantità di un tipo particolare di pianta. Alcune parti delle piante contengono moltissime sostanze aromatiche (ad esempio la buccia dell’arancio), altre pochissime (ci vuole una tonnellata di petali di rosa per produrre 300 grammi di olio essenziale). Ad esempio, per avere lo stesso effetto che si ha assumendo una goccia di olio essenziale di basilico bisognerebbe mangiare un etto di foglie della pianta; e il costo di un litro di olio essenziale di camomilla può arrivare a migliaia di euro (ma altri oli essenziali costano molto meno, come quelli di salvia e basilico).

Storia

Prima che si imparassero a creare sostanze chimiche in laboratorio esisteva già da sempre il grande laboratorio della natura: quella con le essenze aromatiche è una delle forme di cura più antiche, presente in ogni cultura. Egizi, Cinesi e Indiani già migliaia di anni fa, poi i Greci e i Romani, ne conoscevano il potere curativo. Gli Egizi li usavano molto per l’igiene e i bagni, per massaggi e imbalsamazioni; i Cinesi con l’agopuntura (ancora oggi); in Grecia Ippocrate li usò addirittura contro la peste ad Atene; in epoca romana si faceva il perfumum, ovvero si bruciavano erbe per inalare le sostanze aromatiche. Gli aromi furono però trascurati nell’Occidente durante il Medioevo e confinati al campo della profumeria, considerato per lo più impuro e indegno di studio; tornarono però lentamente in auge dapprima attraverso gli Arabi (famosa la loro “acqua di rose”), poi verso il sedicesimo secolo quando si cominciò a sperimentare l’uso delle piante europee (salvia, rosmarino, lavanda) e poi con il progredire dell’igiene e degli studi di botanica e chimica. E in Francia, a Grasse in Provenza, nacque una vera industria dei profumi. Ma solo nel 1930 il chimico francese René Maurice Gattefossé coniò il termine “aromaterapia”, dopo aver studiato a lungo l’uso degli oli essenziali. Decisiva un’esperienza diretta: si curò un’ustione semplicemente mettendo una mano in un recipiente di olio essenziale di lavanda; la ferita guarì completamente senza lasciare alcuna cicatrice. Il suo libro Aromatherapie: les huiles essenziales, hormones végétales fu pubblicato nel 1937. Gattefossé considerava l’aromaterapia parte della medicina ufficiale e studiò unicamente il potere dei principi attivi degli oli essenziali e i loro effetti sul fisico, anche se riconobbe che potevano avere anche effetti psicologici. In particolare le prime scoperte importanti furono sul potere antisettico dell’olio essenziale di euacalipto e quello cicatrizzante della lavanda. In seguito studiarono e usarono l’aromaterapia il medico francese Jean Valnet, la terapeuta francese Marguerite Maury e l’inglese Robert Tisserand: i loro libri la fecero conoscere al grande pubblico. In Italia, il maggiore studioso è stato Paolo Rovesti, che effettuò ricerche e sperimentazioni sia all’interno dell’Università degli Studi di Milano sia nell’Istituto di ricerche sui derivati vegetali che porta il nome della sua famiglia (tutta composta di studiosi delle essenze, degli oli e dei profumi).

Come si producono gli oli essenziali

Gli oli essenziali si ottengono da diverse parti delle piante officinali (fiori, frutti, foglie, legno, semi, radici, cortecce), per distillazione con l’uso del calore e del vapore. La distillazione permette di non denaturare, alterandole con la pressione, le molecole aromatiche; la spremitura si usa solo per gli agrumi. Si usa il tipico e noto alambicco da distillazione, un procedimento antico ma messo a punto dagli arabi attorno all’anno Mille. Sono poi intervenute varianti e il metodo è stato perfezionato via via fino ad oggi: in un recipiente di vetro si scalda l’acqua e in un altro sovrapposto le piante sono fatte sobbollire a 50-60 gradi; il vapore prodotto, che porta con sé le gocce oleose, entra in una serpentina dove si raffredda. In un altro recipiente collegato avviene la distillazione: le gocce di olio essenziale hanno diverso peso specifico e si separano così dall’acqua vaporizzata (“acqua floreale”) e vengono raccolte. Questi oli “volatili” sono solubili in alcool e olio “fisso” (olio di base) ma non in acqua; a differenza degli oli fissi (come quello di oliva) evaporano all’aria.  

Farmaci naturali: come funzionano e a che cosa servono

Gli oli essenziali si usano per rinforzare la nostra salute o contro molti tipi di disturbi e malattie (ma  in questo caso vanno somministrati da esperti, medici od operatori naturopati). Hanno effetti benefici anche sui nostri stati d’animo, perché influiscono in profondità e velocemente sul cervello e sul sistema nervoso: l’olfatto è il senso più veloce, che arriva subito… al cuore prima ancora che al cervello, come ben sanno i profumieri, e le donne (ma anche gli uomini) che amano i profumi e  ne usano il potere. Ma non c’è solo la seduzione: ci sono oli essenziali che rilassano, altri che stimolano e ricaricano d’energia, altri antidepressivi, altri ancora afrodisiaci. Insomma, mettono di buon umore. Infatti, come tutti i profumi, hanno influenza diretta sugli stati d’animo, i sensi e le emozioni. Lavanda, salvia, timo, maggiorana, origano, basilico, rosmarino, menta, limone e così via: una bella passeggiata in un orto, in un giardino o in un prato dove crescono queste ed altre piante del genere ci dà subito il segno di come le piante contengano qualcosa di speciale e inebriante.

Sul piano fisico, comunque, le capacità più note e documentate degli oli essenziali sono quelle di disinfettare e depurare. Inoltre alcuni hanno la proprietà di contenere e regolare la flora batterica (quell’insieme di microrganismi utili alla vita che sono nell’intestino, nelle mucose e nella cute; quando questi non sono in equilibrio lasciano il campo a batteri patogeni).

Tuttavia per impiegare gli oli essenziali come cura vera e propria occorre conoscere bene le piante e gli stessi oli essenziali. Per via del loro forte potere e di alcune controindicazioni, bisogna rivolgersi a esperti: erboristi, farmacisti, medici e naturopati. In particolare, è molto rischioso assumerli per bocca, o non diluiti sulla pelle: solo l’esperto può sapere quale olio e quando si può prendere in questi modi. Molta attenzione va fatta anche con i bambini piccoli: hanno pelle delicata, fine e reattiva e bisogna usare quindi oli essenziali molto diluiti.  Tuttavia ci sono alcune piccole pratiche di aromaterapia che sono alla portata di tutti, e cure popolari tradizionali che oggi i naturopati stanno riscoprendo e proponendo.

Sacri e salutari

Nelle epoche antiche gli aromi avevano anche un ruolo sacrale nelle cerimonie: bruciare salvia e altre piante era un’offerta propiziatoria. Ancora oggi comunque in molti rituali religiosi si bruciano erbe e altre sostanze aromatiche, come l’incenso, bruciato nelle chiese per aiutare la preghiera e la meditazione; o come la salvia selvatica dei Nativi americani il cui fumo serve alla purificazione prima delle cerimonie. Infatti gli aromi hanno il potere di penetrare direttamente e velocemente nelle parti più arcaiche del cervello, quelle in cui dimorano le sensazioni e le emozioni più forti. Passano oltre il controllo della coscienza, e possono influenzare prima di ogni altro dato dei sensi la nostra mente. Suscitano stati di coscienza particolari, stimolano veri e propri incantamenti: amore e seduzione, rilassamento e immaginazione. E possono cambiare il nostro stato di salute perché questi stati d’animo scatenano reazioni di benessere fisico grazie ai neurotrasmettitori, le sostanze chimiche messaggere.

COME SI USANO

Le indicazioni sono solo di massima: occorre rivolgersi a un esperto o chiedere consiglio all’erborista, al medico o al naturopata.  In ogni caso non vanno usati puri sulla pelle, o presi per bocca, senza indicazioni mediche: possono provocare danni anche gravi alla pelle e alle mucose.

Con massaggi e spalmati sul corpo. Rilassano e decongestionano.

Con pediluvi. Sono utili perreumatismi, sudorazioni, stanchezza. Si mettono da due a sei gocce nell’acqua del pediluvio, che dura almeno 20 minuti. Dopo è bene massaggiare i piedi, ancora con olio di base cui si aggiunge l’olio essenziale.

Sul fazzoletto. Si mettono una o due gocce e si annusano. È efficace per ansia, nervosismo, depressione, attacchi di panico e così via.

Con bagni aromatici. Tonificano e rilassano. Metti una dozzina di gocce d'essenza nella vasca piena d'acqua calda. Aspetta qualche minuto prima di immergerti: l’aroma, grazie al calore, si diffonderà in tutto l’ambiente. Abbandonati al relax per almeno un quarto d’ora… o anche di più.

Irrigazioni vaginali. Peraffezioni ginecologiche.

Suffumigi: sono utili per raffreddori, sinusite, bronchite e così via. Da due a 10 gocce in una bacinella riempita d’acqua bollente (500 ml). Coprendo la testa con un asciugamano, si respira col naso cercando di resistere al calore e al vapore.

Con il bidet. Per affezioni pelviche e genitali.

Nella doccia hanno un effetto tonificante. 

Sul termosifone, per profumare l’aria e purificarla. Si mettono due-tre gocce su batuffoli di cotone sopra le serpentine o nelle vaschette dell’acqua.

Dispersione da diffusori di essenze per profumare e  purificare l’ambiente. In questo modo il loro effetto è meno potente di quello dato dagli altri usi diretti sulla pelle, ma ha comunque un gran valore e addirittura ha effetti disinfettanti e battericidi sulla casa, come dimostrato da studi scientifici già alla fine dell’Ottocento. Per esempio, gli oli di timo e limone disinfettano anche brodi di coltura batterica, con potere superiore ai disinfettanti chimici. per purificare l’aria e diffonderne gli effluvi. In commercio ci sono diffusori con candele che scaldano una bacinella d’acqua in cui mettere le gocce di essenza, o elettrici.

Impacchi caldi (per artrosi, mal di denti, cistiti, ascessi…) o freddi (traumi, distorsioni, contusioni, febbre). Si usano pezze di cotone immerse in acqua cui sono aggiunge le gocce di olio essenziale.

Gargarismi con acqua calda per problemi alla bocca, ascessi, gengiviti.

Impiego per via interna (per bocca) ma solo somministrati da un medico o da un esperto perché sono molto potenti e possono produrre danni. Per bocca gli oli essenziali sono sciolti in olio di germe di grano o olio extravergine di oliva. Per i medici che li propongono seguendo la medicina integrata (che impiega sia terpie naturali che cure convenzionali) gli oli essenziali sono veri e propri farmaci naturali, benché non siano inseriti nella farmacopea ufficiale ministeriale.

Come riconoscere i prodotti validi

In commercio purtroppo si trovano anche oli di sintesi chimica che imitano gli oli essenziali. Questi prodotti possono essere anche semi-sintetici, e molti di essi possono ingannare gli esperti perché contengono principi attivi simili a quelli naturali. Per essere sicuri si deve effettuare un esame speciale, la gascromatografia. Questi oli semisintetici o sintetici possono produrre disturbi (come gonfiori e arrossamenti e della pelle) perché l’organismo umano non li “riconosce” come naturali: possono causare effetti collaterali simili a quelli di alcuni farmaci di sintesi chimica.

Per essere sicuri del prodotto che si acquista, bisogna dunque rivolgersi all’erborista o al farmacista di fiducia, che ha la responsabilità di prescrivere prodotti validi di ditte che seguono standard di qualità. In commercio oltre alle singole essenze si trovano anche composizioni di 4-5 oli studiate per specifici problemi (ad esempio la stanchezza).

Una prova per vedere se l’olio essenziale non è stato “allungato” con oli “fissi” è questa:  si fa cadere una goccia su un foglio di carta. Se è tutto olio essenziale, l’alone unto che si crea evapora completamente e scompare senza lasciare traccia. Gli oli essenziali possono anche cadere su tappeti o altri tessuti senza fare danni. Gli altri, che non sono “volatili”, lasciano invece macchie.

Avvertenze importanti

Evita di acquistare oli che sono stati esposti al sole in una vetrina, o dietro un vetro trasparente: devono essere conservati in barattoli di vetro scuro, chiusi ermeticamente e in luogo fresco e scuro (non il frigorifero).

Segui i dosaggi indicati: le essenze usate in eccesso possono causare intolleranze, irritazioni, eruzioni, piaghe.

Diluisci sempre l’olio essenziale ed evita sempre il contatto diretto con la pelle, salvo indicazione medica.

Tieni lontano dalla portata dei bambini.

Attenzione alle allergie: per verificare se sei allergica, puoi fare un suffumigio stando un poco scostata dalla bacinella. Un altro modo è fare una frizione con una quantità minima di olio essenziale sulla piega del gomito. Si vede subito in entrambi i casi se c’è una reazione allergica.

Attenzione alla luce: alcuni oli sono fotosensibilizzanti, ovvero possono deprimere la protezione della pelle contro i raggi ultravioletti e facilitare la comparsa di eritemi ed ustioni. Dopo il massaggio, per esempio, va evitato assolutamente per qualche ora di stare al sole o fare la lampada UVA .

A chi rivolgersi

Medici, farmacisti ed erboristi sono le persone autorizzate a prescrivere l’uso di oli essenziali per la cura di disturbi. Ma poiché spesso soprattutto le prime due figure non li ritengono validi, occorre rivolgersi a medici e farmacisti che seguono la medicina integrata, la quale affianca ai farmaci convenzionali quelli naturali; o ai medici che utilizzano i principi della naturopatia (molti giovani medici stanno seguendo corsi di perfezionamento post-universitari). I naturopati stessi li consigliano, ma poiché per legge non possono fare diagnosi né prescrivere cure, il loro è un semplice suggerimento che va valutato dall’utente preferibilmente in accordo col proprio medico, farmacista od erborista. In ogni caso è bene non ricorrere all’auto-cura cogli oli essenziali perché alcuni sono davvero potenti e un loro uso errato può causare notevoli disturbi collaterali. 

Il massaggio con gli oli essenziali

Grazie al massaggio gli oli essenziali penetrano subito in profondità nel corpo, e così trasmettono velocemente le loro proprietà benefiche all’intero organismo. Al potere degli oli si combina il potere curativo del massaggio, che accelera l’eliminazione delle tossine, pulisce e nutre il sangue, distende i muscoli e rilassa. A sua volta il massaggio, già distensivo di per sé, diventa ancor più piacevole con gli oli essenziali e il loro profumo. Per il massaggio si usa una ciotolina con olio “di base” (i più usati sono quelli di mandorle, jojoba o germe di grano), cui si aggiungono via via due-tre gocce di olio essenziale. La scelta dell’olio di base dipende dal tipo di pelle di chi viene massaggiato: con una pelle molto disidratata è meglio fare un composto di tutti e tre gli oli. L’olio di base più denso è quello di germe di grano (che spesso dunque viene miscelato con altri oli di base), il più fluido è quello di jojoba (che penetra subito nella pelle); una via di mezzo è quello di mandorle. Il massaggiatore può anche fornire una boccettina con l’essenza adatta alla persona per un automassaggio. Per esempio se si è molto stanchi si hanno problemi di circolazione, si mettono tre gocce di rosmarino nell’olio di base e ci si automassaggia dopo il bagno quando i pori della pelle sono dilatati. Al termine del massaggio (o dell’automassaggio) è bene non risciacquarsi subito, per far sì che l’essenza prosegua ad avere il suo effetto per qualche ora.

Un impacco speciale e profumato

Un metodo molto efficace e piacevole per utilizzare le essenze: gli impacchi di acqua calda sul viso, che aiutano molto la pelle a distendersi e purificarsi. Si usano pezze di cotone puro immerse nell’acqua, cui si aggiungono gocce d’olio essenziale e un po’ di sale per assorbire l’olio. La benda ottenuta si mette poi per circa venti minuti sul viso, sul collo e sulla nuca. È molto efficace nei casi di cefalee, emicranie e stress. 

GLI OLI ESSENZIALI PIÙ USATI

EUCALIPTO

È antisettico e tonico del sistema respiratorio, utile nei casi di raffreddamento: sinusiti, bronchiti, raffreddori. In agopuntura si applica sui punti legati al polmone. Si fanno suffumigi e si diffonde nell’ambiente.

GINEPRO

Disintossica e disinfiamma e nutre l’organismo. Aiuta anche nella ritenzione idrica poiché agisce sulla sfera reni-vescica. Si usa nel massaggio e per diffusione.

LAVANDA

Sedativo, antisettico, cicatrizzante, rinfrescante, si usa per ansia, insonnia, broncospasmo, cefalee, ustioni, micosi, acne, punture di insetto. Per diffusione, massaggio e  bagno.

Una ricetta popolare: metti una goccia di olio essenziale di lavanda XXXXXXXX (chiedere Brizzi) per spasmo, per capillari, crisi asmatica. È indicato particolarmente per i bambini.

LIMONE

Stimolante, disintossicante, antisettico, aiuta la concentrazione e la memoria, e nei casi di febbre, influenza, acne, cattiva circolazione. Va benissimo per le persone di temperamento sanguigno e per gli sportivi. Aiuta il cuore: una ricetta popolare per le palpitazioni e l’ansietà, che viene riproposta oggi dai medici naturopati, è quella di mettere una fetta di limone (biologico non trattato con antimuffa) sul petto nel punto del cuore, lasciandolo la notte tenuto fissato con una striscia di cerotto. È efficace per diffusione.

MELISSA

Sedativo e rilassante, molto “femminile”, questo olio essenziale aiuta nei casi di ansia, distonie a cuore e intestino, ipereccitabilità e insonnia, disturbi mestruali e femminili. Si usa con massaggio, diffusione e bagno.

MENTA

Stimolante, digestivo, antispastico, si usa per cattiva digestione, cefalea, memoria. Per diffusione.

ROSMARINO

Stimolante e ricostituente, aiuta chi è stanco a ritrovare energie, aiuta la digestione e la circolazione, sostiene il fegato e riscalda. Si usa con massaggio, diffusione e nel bagno. 

SALVIA

Tonico, antisettico, decongestionante, aiuta la digestione e nei disturbi mestruali. Si usa nel massaggio e nel bagno.

SANDALO

Calmante, è antistress,  antidepressivo e afrodisiaco e aiuta contro l’insonnia. Si usa con massaggio e diffusione.

TEA TREE (Olio di Malaleuca)

Arrivato dall’Australia da una ventina d’anni, s’è rivelato un forte antisettico e antimicotico (contro batteri e funghi della pelle), aiuta il sistema immunitario. Si usa col massaggio e le irrigazioni vaginali in opportuna diluizione; puro, solo su indicazione medica, su zone cute limitate contro batteri e virus.  

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Consulenza

dottoressa Marcella Brizzi, medico naturopata, direttore della Scuola per operatore naturopata del benessere di Bologna, collaboratrice del Centro di Metodologie Naturali delle Terme di Riolo.

Isabella Tavilla, fondatrice della Scuola Arte del Massaggio di Milano.